Ho sottoscritto una interrogazione in Assemblea regionale, a prima firma del collega Molinari per ribadire che la peste suina è un problema sottovalutato che rischia di esplodere nei prossimi mesi o nei prossimi anni e sul quale è necessario intervenire al più presto. Un decreto legge nel 2022 ha imposto alle Regioni di stendere piani regionali in materia e ha introdotto la figura di un commissario straordinario, la cui azione risulta a oggi inadeguata. Per questo motivo abbiamo chiesto alla Regione di insistere, anche attraverso il commissario nazionale, per trovare soluzioni condivise.
Il timore è che animali sani entrino in contatto con animali infetti e che il virus, riscontrato qualche gin provincia di Piacenza (nel Comune di Ottone) al confine tra Emilia Romagna e Liguria possa spostarsi dall’Alto Appennino agli allevamenti di collina e di pianura. Altro aspetto da non sottovalutare è inoltre il fatto che anche l’uomo può essere veicolo di peste suina, pur non ammalandosi.
«Consapevole dei rischi che la peste suina africana avrebbe potuto creare su tutto il territorio regionale, fin da subito come Regione abbiamo chiesto ai Governi e ai commissari una strategia nazionale chiara, omogenea e coordinata», ha risposto l’assessore regionale all’Agricoltura Alessio Mammi. Il virus, infatti, ha sottolineato, «non si muove tenendo conto dei confini amministrativi». Mammi ha valutato le misure nazionali «non sufficienti», spiegando che non sono mai state nemmeno realizzate le recinzioni di contenimento, sebbene fossero stati anticipati dalla Regione 2 milioni di euro «che ci hanno detto non essere utilizzabili». L’assessore ha ricordato come la Regione sia attiva per la riduzione della presenza dei cinghiali e abbia stanziato 8 milioni di euro per la sicurezza degli allevamenti.
Noi continueremo a suggerire misure ad hoc per il nostro territorio per limitare la potenziale diffusione del virus negli allevamenti ad esempio introducendo obblighi di controllo degli indumenti, delle recinzioni e periodicamente del bestiame, ma soprattutto a insistere per attuare un coordinamento nazionale e trovare soluzioni condivise. Il problema della Psa non deve essere sottovalutato.
