Con piacere ho partecipato alla tavola rotonda organizzata da CGIL a Bardi sul tema del turiemo nelle aree interene. Side e opportunità su cui ci siamo confrontati con l’Assessore regionale Corsini, ripercorrendo anche le azioni che la Regione ha messo in campo per il turismo, per la montagna e le aree interne e in particolare per il sostegno e il rilancio del settore turistico nel nostro Appennino. Il nostro territorio è un territorio fragile. Lo conosciamo bene, lo conosco bene. Fragile ma bellissimo e dalle grandi potenzialità. Essere “lontani dal centro” crea dei disagi, ma sono sempre più le persone, le famiglie che scelgono questa “distanza” che significa molto altro, un ritmo più umano, luoghi autentici dove migliore è la qualità della vita e anche esperienze che il turismo di massa non può offrire.
Questa consapevolezza ci consente si esplorare le peculiarità da valorizzare e proteggere in un contesto di sviluppo sostenibile, investire in un turismo che valorizzi la natura e crei legami con la comunità locale. Gli investimenti nelle infrastrutture, l’innovazione digitale e la promozione di un turismo lento e consapevole possono favorire la crescita economica locale, creando un circolo virtuoso che rafforza il legame tra territorio e abitanti, preservando al tempo stesso l’identità di questi luoghi.
In questa direzione sono andate le politiche regionali.
Azioni concrete per contrastare lo spopolamento delle aree collinari e montane: lo sforzo si è indirizzato in primo luogo verso la garanzia dei servizi essenziali e il sostegno ai commercianti, agricoltori e artigiani. Tutto ciò ha un valore non solo economico ma anche sociale. Valorizzare il nostro territorio, significa salvaguardare il tessuto sociale, tutelando le attività esistenti e sostenendo la residenzialità.
L’idea guida per il futuro è creare progetti sostenibili che mettano al centro la comunità, l’ambiente e la memoria storica, favorendo lo sviluppo di nuove prassi condivise, che possano essere applicate non solo a livello locale. Sviluppare quindi, proprio qui da noi, sul nostro Appennino dei modelli, dei progetti pilota che possano essere esportati. In questo modo si possono promuovere politiche che non si limitano a tamponare le emergenze, ma che generano soluzioni strutturali. E soprattutto puntare sul “fare insieme” cioè abbracciare un concetto di politica partecipativa e inclusiva, in cui la comunità, le istituzioni, le imprese e le associazioni collaborano per costruire un futuro condiviso.