Ho partecipato con grande piacere ai lavori di questo convegno che si è svolto in un territorio a me caro per trattare un tema, il “turismo dei cammini” sul quale oggi ha sempre più senso scommettere e investire.
Quel turismo lento, che è uno stile di viaggio in crescente diffusione: luoghi da raggiungere a piedi o in bicicletta o a cavallo, esperienze autentiche, cibi genuini. Ancora di più se si abbina ai cammini della fede come la Via Francigena, il Cammino degli Abati o dei Linari che affondano le loro radici nei pellegrinaggi medievali dei fedeli europei verso i luoghi della cristianità. Sono percorsi di grande fascino dove la storia si può letteralmente calpestare.
Un patrimonio inestimabile che necessita di progettualità, imprenditorialità e sensibilità per vedere sfruttato il suo potenziale. Per questo sono importanti occasioni come quella organizzata a Bedonia, in particolare per il confronto tra esperienze diverse. Questa nuova domanda di turismo ha grandi possibilità di sviluppo e di occupazione per gli operatori della filiera, ma richiede beni e servizi da riscoprire, sviluppare e innovare. Occorre prima di tutto sensibilizzare le comunità e supportare le associazioni locali e il settore privato che operano nei territori.
Il turismo dei cammini, è un turismo esperienziale che sempre di più attira visitatori permettendo di immergersi nelle tradizioni, nei sapori e nei “saperi” tramandati da generazioni a generazioni.
I primi a percepire questa ricchezza dobbiamo essere noi che qui abitiamo per essere pronti ad accogliere questi flussi, è a organizzare un’offerta attrezzata con professionisti formati.
La Regione crede che il Circuito Regionale dei Cammini e Vie di Pellegrinaggio, abbia una rilevanza strategica per il nostro territorio. Per questo porta avanti un progetto in cooperazione tra i territori rurali dell’Emilia-Romagna, seppur diversi come gli Appennini e il Delta del Po. Proprio per esaltare le specificità di ciascun territorio, in un unico disegno di itinerari e percorsi che possono attrarre non solo escursionisti per una giornata, ma anche turisti che decidono di attraversare borghi, piccoli centri, fiumi e canali, valli, vallate, colline, montagne fermandosi per più giorni nelle aree rurali, creando economia e posti di lavoro.
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