Allarme cinghiali. Cifre da record in Italia. In questo periodo di emergenza Covid la presenza degli ungulati ha raggiunto la cifra record di 2,3 milioni di esemplari. Il tema è trasversale al territorio, dalle terre alte al Po e la preoccupazione bipartisan. In Assemblea è passata una risoluzione che ho sottoscritto con numerosi colleghi perché il Governo riconosca alla figura del coadiutore volontario anche il ruolo di figura di pubblica utilità e metta mano alla modifica della normativa quadro sulla caccia. C’è bisogno di un coordinamento stretto con lo Stato, con le Prefetture, le associazioni agricole, venatorie e ambientaliste per operare in modo risoluto, a sostegno dell’agricoltura, della salute e della sicurezza di tutti.
Durante il lockdown, la Regione ha deciso per limitare i danni in agricoltura di favorire l’attività venatoria permettendo quindi ai cacciatori di spostarsi anche fuori dal comune di residenza, nel tentativo di limitare la proliferazione dei cinghiali. Ogni giorno vengono segnalati branchi di ungulati che si spingono sempre più vicini alle abitazioni e soprattutto causano incidenti sulle strade, distruggono i raccolti e danneggiano l’economia di un’area vocata alla produzione del Parmigiano Reggiano e a altre produzioni agricole. Come cittadino e rappresentante del territorio di Parma tengo a rimarcare come da sempre le generazioni che hanno abitato questi luoghi hanno dovuto misurarsi con questo problema, ma mai, come in questi anni abbiamo visto un aumento così alto di esemplari. Da troppo tempo si è tergiversato.
Bisogna favorire anche interventi mirati in quegli ambiti protetti che di fatto stanno fungendo da zone di ripopolamento e moltiplicazione dei selvatici che trovano habitat indisturbato e poi, proprio uscendo da queste aree protette si disperdono nel territorio distruggendo i raccolti e provocando anche incidenti stradali.
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