Endometriosi. Approvata in Commissione regionale all’unanimità una risoluzione che chiede più misure di tutela per le donne affette da questa patologia dolorosa e altamente invalidante.
L’endometriosi è una patologia cronica e progressiva che colpisce un numero rilevante di donne, circa il 10% della popolazione femminile in età fertile, 3 milioni solo in Italia.
Nella seduta congiunta delle commissioni salute e parità, durante la quale sono state ascoltate le associazioni che lottano per sensibilizzare su questo tema, è stata approvata all’unanimità una risoluzione che chiede di accelerare nelle misure di sostegno e sensibilizzazione. Auspichiamo che in sede di assestamento di bilancio si trovino le risorse per l’esenzione delle terapie ormonali ritenute più efficaci come ci è stato chiesto da chi vive sulla propria pelle i disagi di questa malattia e che oggi è venuta a testimoniare in Aula. l’Emilia Romagna ha già organizzato una rete di presidi sul territorio per dare risposte omogenee ed efficaci. Anche il nostro Ospedale di Parma si è attivato. Ma dobbiamo implementare i percorsi terapeutici e aumentare la consapevolezza a tutti i livelli.
«Dolore e cronicità dei sintomi hanno ripercussioni gravi sulla qualità di vita delle persone affette – ha introdotto la seduta l’Assessore Donini chiamato a fare il punto – i numeri sono tutt’altro che trascurabili e ci viene chiesto di continuare a fare passi avanti. I dati evidenziano una tendenza all’aumento. Il tempo medio per la diagnosi è estremamente lungo, addirittura una decina di anni in cui le donne affrontano un percorso lungo e psicologicamente gravoso». I costi delle diagnosi tardive e dei trattamenti non necessari gravano sulla spesa sanitaria pubblica e consumano risorse che potrebbero essere reinvestite in strategie più efficaci. Il Parlamento europeo ha stimato, per l’Italia, una spesa sociale annua di 6 miliardi di euro per l’Endometriosi, di cui 33 milioni per le giornate lavorative perse, 126 milioni per le cure farmacologiche e 54 milioni per il trattamento chirurgico. La nostra risoluzione mira anche a far sì che la Regione diventi promotrice di azioni a livello nazionale affinché tutti gli stadi della patologia rientrino nei livelli essenziali di assistenza.
