Ecco il testo del mio intervento al convegno dedicato che si è svolto in occasione della Fiera del fungo di Borgotaro.
La Fiera del fungo è una grande festa di comunità e molto di più. È anche l’occasione per riflettere sulle prospettive di un intero territorio.
Oggi più che mai sentiamo la consapevolezza di quanto sia integrato il paesaggio naturale, le rocce, i fossili, i suoli, i depositi di terreno con la vita delle persone, l’ambiente la loro cultura. Biodiversità, terreni agrari, opera dell’uomo e fenomeni evolutivi in generale vanno considerati nella loro totalità.La positiva interazione tra di loro è la prospettiva che di dobbiamo dare. L’approccio alla definizione delle politiche di valorizzazione, di conservazione e utilizzo sostenibile delle risorse delle valli, deve pertanto tener conto del sistema complesso di relazioni tra uomini e terra.
Chi, come me, qui ci è nato e ci vive riconosce la ricchezza dei nostri luoghi, ma anche chi arriva da fuori li sceglie per evadere e rigenerarsi. Per tutti questo è uno spazio fisico da preservare.
Ci sono i “beni” non rinnovabili che la natura ci ha regalato come i geositi, architetture naturali e singolarità del paesaggio che testimoniano i processi che hanno formato e modellato il nostro pianeta, un patrimonio paesaggistico unico e del valore inestimabile. Sono elementi che rappresentano la geodiversità del territorio e vanno tutelati perché contribuiscono a combattere la perdita della biodiversità e il mantenimento dell’integrità degli ecosistemi. E rappresentano valenze di eccezionale importanza per gli aspetti paesaggistici e di richiamo culturale, didattico – ricreativo.
Ma l’esperienza, non solo la scienza, ci insegnano che la gestione delle aree e delle specie protette non può avere successo se separata dal più ampio uso e gestione delle risorse ambientali e dell’integrazione con le attività delle popolazioni, la loro presenza, la loro vita in Appennino.
Il fungo è uno dei nostri tesori: muove tante persone e grandi passioni, a tavola e nei boschi.
Tutto quel che ruota intorno ai funghi ci parla di cose buone: stare all’aria aperta, camminare nella natura, divertirsi senza contare i passi. È quindi importante che su questo tema nascano occasioni di approfondimento e di stimolo alla conoscenza del prodotto e dei suoi valori naturali, culturali e della sostenibilità ambientale.
Io credo che l’investimento sulla montagna, sulla sua gente e sui suoi prodotti oggi più che mai significhi spendere bene le risorse. Non per sostenere un generico idillio del “mondo di una volta”, ma perché si riconoscono le potenzialità di sviluppo di un territorio cruciale per vincere le sfide dei prossimi anni.
Il mio impegno si concretizza ormai da oltre due anni nei lavori dell’Assemblea regionale, dove ho portato la voce del territorio della provincia di Parma e in particolare della montagna. Con la convinzione che è proprio prendendosi cura del piccolo che si ottiene un grande risultato: la forza di un sistema si costruisce con la cura delle realtà più fragili.
