Con piacere ho portato il mio saluto e ho partecipato a un convegno aperto agli studenti che si stanno formando nell’ambito del food marketing, della cultura delle tecnologie alimentari e dei sistemi alimentari sostenibili. L’iniziativa è stata organizzata da Conad Centro Nord per riflettere in un convegno con studenti e professori sul progetto che l’azienda sta portando avanti per la valorizzazione delle eccellenze agroalimentari territoriali, in un’ottica di attenzione a qualità, tradizione e salubrità dei prodotti.
Il nostro è un territorio ricco di valore.
Nella cultura, nella conoscenza nella scienza, nell’economia. Parma e la sua Università sono particolarmente attrattivi, per la proposta di corsi fondamentali per modellare le figure di tecnici e professionisti indispensabili per valorizzare le filiere di produzione tipiche del nostro territorio.
Ho trovato molta sintonia tra l’iniziativa di Conad e il modo in cui ho scelto di interpretare il mio mandato di consigliere regionale. Ho deciso di focalizzarmi sull’esplorazione attiva della provincia di Parma, che ho scoperto essere straordinariamente ricca di ingegno, produzioni di qualità e proposte uniche. La mia missione è quella di entrare in contatto con queste realtà, conoscerle a fondo, metterle in relazione tra loro e farle conoscere, sia localmente che oltre i confini provinciali. E portare la loro voce in Assemblea regionale per tradurre tali esperienze in proposte concrete, affinché possano contribuire al progresso e alla valorizzazione della nostra comunità regionale.
Questa modalità si incrocia con il progetto di Conad che ricerca prodotti, produttori ed eccellenze da proporre nei suoi punti vendita. La capillarità della presenza di Conad consente quella vicinanza ai produttori e fornitori che è garanzia di rispetto del lavoro, della qualità, dei tempi e dei ritmi produttivi. La possibilità per i piccoli produttori, penso a quelli della fascia collinare e montana, di inserire le loro eccellenze nei punti vendita Conad può dare prospettiva e respiro e la voglia di restare sul territorio e scommettere sulla scelta di abitare e lavorare nelle zone rurali più fragili. In questa direzione va anche l’approvazione del progetto di legge regionale che norma e promuove i biodistretti, approvata l’autunno scorso dopo un lungo lavoro che ha portato a declinare i criteri della Legge nazionale tenendo conto delle peculiarità regionali.
La Regione Emilia- Romagna punta su questo modello di gestione e, tra le prime in Italia, ha approvato una legge specifica. Il provvedimento sostiene una nuova visione di sviluppo, favorisce l’aggregazione delle imprese collegate all’agricoltura biologica e l’intera filiera di produzione, confezionamento, trasformazione, commercializzazione, distribuzione e promozione. La finalità è quella di valorizzare le attività legate all’agricoltura biologica, gli agriturismi, l’offerta di prodotti biologici nella ristorazione pubblica e collettiva, il turismo rurale, culturale ed enogastronomico. Il disegno si sostiene mettendo insieme associazioni, rete commerciale, agricoltori e allevatori, per applicare le migliori tecniche rispettose dell’ambiente e sostenere investimenti nelle filiere agroalimentari. I nuovi bio-distretti si sviluppano in aree geografiche ben precise con coltivazioni, allevamenti, filiere commerciali e di trasformazione.