Il Governo vuole punire i Comuni più virtuosi, tagliando risorse a quelli che hanno ottenuto fondi Pnrr e fatto investimenti importanti per le loro comunità. Che fine fanno gli obiettivi della meritocrazia e della buona amministrazione, tanto sbandierati da questa destra? I fatti dicono tutt’altro”. Ho contestato l’ipotesi dell’ennesima “sforbiciata” ai conti degli enti locali, ventilata dal ministero dell’Economia e ho firmato l’interrogazione del collega Caliandro che chiede alla Regione Emilia Romagna di manifestare tale contrarietà “in ogni sede istituzionale di confronto con il Governo”.
Questo provvedimento taglierebbe le gambe ai Comuni che più hanno guardato al futuro, realizzando – grazie al Pnrr e a fondi da loro stessi anticipati per coprire i ritardi dello Stato – asili, scuole, autobus elettrici, interventi di rigenerazione urbana. Opere che ora rischierebbero di non poter vivere ed essere utili ai cittadini, perché vengono all’improvviso a mancare le risorse su cui gli enti locali contavano per portarle avanti.
La norma è contenuta nella bozza di decreto interministeriale (Economia e Interni) attuativa della scorsa legge di Bilancio che prevede maggiori tagli, attraverso la spending review, per i Comuni che hanno ottenuto più fondi dal Pnrr, cioè per quelli più “bravi” e capaci di progettare. I tagli previsti sono pesantissimi. Si tratta infatti di 250 milioni di euro quest’anno, come prima tranche di un miliardo e 250 milioni fino al 2028. Un duro colpo per le amministrazioni locali. Una scelta contraddittoria con lo spirito e le finalità del Pnrr, che comporterebbe gravi conseguenze per la gestione delle opere pubbliche attese dai cittadini. Per questo insiemeagli altri consiglieri regionali Pd abbiamo chiesto con forza che il Governo riveda questi criteri, condividendo le decisioni con le associazioni di rappresentanza degli enti locali, per evitare penalizzazioni ingiuste e promuovere una gestione equa e sostenibile dei fondi pubblici.
