Iniziato il percorso partecipato che porterà alla redazione del Piano di Tutela delle Acque che riguarderà 454 corpi idrici fluviali, 7 corpi idrici di transizione, 2 marino-costieri, 5 lacustri e 135 sotterranei. L’obiettivo strategico è è tutelare il patrimonio idrico, di cui bisogna mantenere la qualità e la quantità. Il documento strategico propedeutico proposto dalla Giunta ha avuto l’approvazione dell’Assemblea legislativa senza voti contrari. Le linee di intervento rispondono alle seguenti necessità: aumentare e diversificare l’offerta d’acqua, ridurre la domanda, accrescere la resilienza del territorio alla siccità, investire in ricerca e innovazione, ridurre i carichi inquinanti, cooperare con i territori.
Il Piano di Tutela delle Acque (PTA) è il principale strumento di governo e gestione della risorsa idrica su scala regionale, sotto il duplice profilo della tutela qualitativa e quantitativa. La pianificazione regionale dispone attualmente di un Piano, approvato nel 2005 ed elaborato secondo quanto prevedeva la precedente disciplina, ormai superata.
Con l’adozione di una direttiva europea (2000/60/CE), i Paesi membri hanno dovuto infatti rivedere gli obiettivi, gli strumenti e le metodologie per la politica di tutela delle risorse idriche elaborando un nuovo strumento operativo e gestionale denominato Piano di Gestione del distretto idrografico (PdG). I contenuti della direttiva sono stati recepiti dal nostro ordinamento con il decreto legislativo 152/2006 che prevede due livelli di pianificazione: su scala distrettuale con il Piano di Gestione e, su scala regionale, attraverso il Piano di Tutela delle Acque.
Dall’approvazione del decreto sono stati effettuati due cicli di pianificazione distrettuali ed è in corso il terzo (2021-2027). La Regione ha fornito i propri contributi alle Autorità di Distretto per la redazione dei Piani di Gestione del distretto idrografico attuando, in questo modo, le politiche regionali di gestione e tutela delle risorse idriche coerentemente con le nuove strategie e metodologie richieste dall’Unione europea e con gli obiettivi individuati nei PdG stessi.
Alla luce degli aggiornamenti normativi, il PTA si configura oggi come uno “specifico piano di settore”; il percorso di elaborazione del nuovo Piano è stato avviato l’11 maggio scorso con una prima presentazione ai sottoscrittori del Patto per il Lavoro e per il Clima degli obiettivi e delle linee strategiche individuate.
Il Piano che si va delineando si pone obiettivi ambiziosi, da raggiungere attraverso azioni proiettate dal medio al lungo periodo e sviluppate secondo una strategia pienamente integrata con il Patto per il Lavoro e per il Clima e con la Strategia regionale Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.
Il PTA 2030, interpretando necessariamente i tempi in cui nasce e si svilupperà, tra cambiamenti climatici, nuove esigenze socio-economiche e modelli di governance, declina e concretizza l’obiettivo del raggiungimento del buono stato ambientale delle acque in quattro sotto-obiettivi, tra loro strettamente legati e concorrenti: Disponibilità dell’acqua oggi e domani; Acqua pulita e sicura; Acqua e Biosfera, Rinaturazione; Luoghi dell’acqua